Chirurgia e traumatologia
Il numero dei traumi sportivi è in continuo aumento per via dell’incremento dell’attività sportiva non solo a livello agonistico, ma anche dilettantistico.
I traumatismi causati dallo sport possono essere:
- Lesione e rottura del menisco
- Rottura dei legamenti crociati del ginocchio
- Rottura dei legamenti della caviglia
- Rottura tendinea (tendine achilleo, tendine del bicipite, tendine peroneale, tendine tibiale posteriore.)
- Rottura della cuffia dei rotatori della spalla
- Lussazione della spalla
- Lussazione acromion-claveare
- Lesione della cartilagine delle articolazioni
Le articolazioni più colpite sono il ginocchio e la caviglia per l’arto inferiore, spalla e polso per l’arto superiore.
LESIONE E ROTTURA DEL MENISCO
Nell’apparato capsulo-legamentoso del ginocchio troviamo la struttura fibrocartilaginea meglio conosciuta con il nome di menisco. Esistono due menischi nel ginocchio: il menisco interno è chiamato mediale e quello esterno è chiamato laterale ed entrambi si trovano tra il femore e la tibia, quindi tra l’osso della coscia e quello della gamba. I due menischi funzionano come cuscinetti, ammortizzando e attutendo i carichi del ginocchio, mantenendolo, tra l’altro, stabile.
Oltre a essere molto frequenti, le lesioni traumatiche del menisco sono spesso provocate da traumi acuti e si verificano principalmente a partire dai quaranta anni.
Come ci si accorgere di aver subito un trauma al ginocchio?
A seguito di un dolore acuto, si avverta una sensazione di vera e propria rottura interna. Spesso, inoltre, il ginocchio di gonfia e l’articolazione può arrivare a bloccarsi completamente nel caso in cui la parte lesionata si posizioni tra le superfici articolari. In questo caso diviene impossibile al paziente estendere completamente il ginocchio.
Come si tratta una lesione meniscale traumatica?
Chi subisce una lesione traumatica del menisco deve affrontare un intervento chirurgico effettuato con la tecnica dell’artroscopia, la quale è poco invasiva e permette di asportare o suturare solamente la parte del menisco lesionata passando attraverso fori di solo 1 cm. Evitando l’apertura dell’articolazione si hanno notevoli vantaggi nel recupero post-operatorio.
Le lesioni del menisco sono spesso associate alla rottura dei legamenti
ROTTURA DEI LEGAMENTI CROCIATI DEL GINOCCHIO
Lesione del LCA (legamento crociato anteriore) dovuta ad una distorsione importante del ginocchio.
I legamenti sono strutture che collegano le ossa e garantiscono la mobilità dell’articolazione. Sono strutture molto resistenti, ma poco elastiche, motivo per il quale si possono stirare, strappare e infine rompere se sottoposte a sollecitazione come accade quando si svolge attività sportiva. I sintomi di questa rottura, sono: instabilità dell’articolazione, dolore, gonfiore ed ecchimosi.
All’interno dell’articolazione del ginocchio troviamo i legamenti crociati, anteriore e posteriore. Durante l’attività sportiva, soprattutto il legamento crociato anteriore viene sottoposto a ingenti sollecitazioni meccaniche.
Difficilmente una rottura completa del LCA guarisce spontaneamente perché si ha una separazione netta e i capi della lesione si allontanano l’uno dall’altro e per questi motivi viene sempre consigliato un approccio chirurgico. Esiste anche un approccio conservativo, ma questo viene consigliato solo a persone anziane o che effettuano poca attività perché molto sedentarie.
Il trattamento chirurgico
La ricostruzione chirurgica del legamento lesionato viene effettuata utilizzando solo una parte del tendine rotuleo, il quale è due volte più resistente del LCA, oppure può anche essere fatto prelevando tessuti dal smitendinoso e dai tendini del muscolo gracile che, insieme, sono quattro volte più resistenti del LCA.
Dato che i risultati migliori si ottengono dopo il superamento della fase acuta, momento nel quale il paziente è preparato fisicamente per prevenire l’ipotrofia muscolare postoperatoria, si tende a non operare con urgenza. L’operazione, inoltre viene svolta in artroscopia.
Dopo l’intervento è prevista una specifica riabilitazione volta a rendere completa la flessione dell’articolazione e a rafforzare la capacità muscolare.
ROTTURA DEI LEGAMENTI DELLA CAVIGLIA
La rottura dei legamenti della caviglia è causata da eventi accidentali o, come spesso accade, da infortuni sportivi soprattutto legati ad attività in cui c’è un alto rischio di appoggio errato del piede. Questo può accadere in sport come, ad esempio, la corsa, la pallavolo o il calcio.
Il trattamento chirurgico
Nel caso in cui si tratti di una lesione importante che provoca instabilità articolare e continue distorsioni, e dove il trattamento conservativo non ha fornito risultati accettabili, è spesso consigliato l’intervento chirurgico che prevede la ricostruzione dei legamenti della caviglia per ripristinare la stabilità legamentosa.
La tecnica utilizzata è quella artroscopica, una tecnica mini-invasiva grazie alla quale vengono trattate varie parti dell’articolazione tibiotarsica, ognuna con una diversa procedura terapeutica. Nel periodo successivo all’intervento è consigliato cominciare una fisioterapia utile a riprendere a muovere il piede correttamente.
ROTTURA DELLA CUFFIA DEI ROTATORI DELLA SPALLA
La cuffia dei rotatori è costituita dai tendini di 4 muscoli che originano dalla scapola e che si combinano tra loro per formare una cuffia sopra l’estremità superiore del braccio. Questi quattro muscoli sono conosciuti con il nome di sovraspinoso, sottospinoso, sottoscapolare e piccolo rotondo.
La cuffia dei rotatori ha varie funzioni: non solo aiuta a sollevare e ruotare il braccio, ma serve anche a stabilizzare, all’interno dell’articolazione, la sfera della spalla.
La rottura della cuffia dei rotatori può essere sia parziale sia completa e quando ciò accade, si ha una lesione tendinea. Le persone più esposte a questo rischio sono gli atleti e questo perché lo sport li porta a fare movimenti che spesso prevedano il sollevamento delle spalle, soprattutto se si tratta di giocatori di nuoto, tennis o baseball. Se la rottura è totale e i pazienti sono giovani o quando le terapie non apportano miglioramento, il trattamento consigliato è quello chirurgico.
Il trattamento chirurgico
La tecnica chirurgica maggiormente consigliata è l’artroscopia. Con questa tecnica, in anestesia locale e in regime di day surgery, grazie e 2 piccoli fori è possibile osservare direttamente la lesione e ripararla.
Dopo la terapia chirurgica è previsto un ciclo di esercizi e terapia fisica per recuperare il movimento dell’articolazione e per rinforzare la muscolatura.
LUSSAZIONE DELLA SPALLA
La lussazione della spalla è un infortunio piuttosto doloroso dove la testa dell’omero fuoriesce dalla propria sede, la cavità glenoide. Nella maggior parte dei casi avviene in seguito ad un evento traumatico spesso legato all’attività sportiva, soprattutto negli sport di contatto: rugby e judo, tennis, pallamano, etc.
In caso di lussazione recidivante o nei pazienti sportivi il trattamento elettivo è quello chirurgico.
Il trattamento chirurgico
Il trattamento chirurgico di riposizionamento e stabilizzazione della spalla avviene tramite riparazione artroscopica, una tecnica che serve non solo a diminuire il dolore postoperatorio e il rischio di complicanze, ma assicura anche un recupero più veloce grazie al quale si può tornare a praticare attività sportiva dopo un breve lasso di tempo. Dopo l’intervento viene prescritto un tutore per 3-4 settimane, e successivamente un trattamento riabilitativo specifico per la durata di circa 2-3 mesi.
LUSSAZIONE ACROMION-CLAVEARE (CLAVICOLA)
La lussazione acromion-claveare avviene è causata da una caduta laterale sulla spalla, e consiste nella rottura parziale o totale di alcuni fasci legamentosi che mantengono uniti i capi dell’acromion (parte della scapola che forma la parte superiore della spalla) e della clavicola. Si ha una dislocazione verso l’alto della clavicola e un conseguente dolore violento, seguito da gonfiore localizzato, ematoma ed impossibilità a muovere la spalla. Nel caso in cui la lesione sia complessa, bisogna fare ricorso alla chirurgia per riavvicinare i capi articolari.
Il trattamento chirurgico
Il trattamento chirurgico prevede la ricostruzione dei legamenti rotti allo scopo di stabilizzare l’articolazione. Per fare ciò possono essere usate diverse tecniche, alcune tradizionali a cielo aperto e altre in artroscopia.
LESIONE DELLA CARTILAGINE DELLE ARTICOLAZIONI
La cartilagine, tessuto bianco e liscio, ricopre le estremità delle ossa che formano un’articolazione, come ad esempio la spalla e l’anca.
La sua funzione è simile a quella di un cuscino ammortizzatore che protegge le ossa durante il movimento.
Negli anziani o in chi pratica sport intenso, la cartilagine si può danneggiare a causa di lesioni dovute a traumi, per la normale usura o per altre patologie, e provocare dolori articolari e di movimento.
Poiché le lesioni della cartilagine non guariscono bene autonomamente per ripristinare la cartilagine articolare esistono diverse procedure chirurgiche:
– Microfratture
– Perforazioni
– Abrasione
– Medicina Rigenerativa
La Medicina Rigenerativa utilizza le proprietà delle cellule staminali per ripristinare la cartilagine danneggiata. Le cellule staminali adulte, dette “mesenchimali” vengono prelevate dal tessuto adiposo (grasso), e dopo essere state trattate, vengono infiltrate nell’articolazione danneggiata. Queste cellule, una volta iniettate nei pressi della lesione, sono in grado di trasformarsi in nuove cellule cartilaginee che rimpiazzano quelle obsolete o danneggiate promuovendo la spontanea guarigione e rigenerazione dei tessuti.
La procedura dura dai 20 ai 30 minuti, viene svolta in un’unica seduta in ambulatorio chirurgico o in sala operatoria, e richiede un’anestesia locale nella zona del prelievo adiposo.
MEDICINA RIGENERATIVA
La Medicina Rigenerativa è una disciplina innovativa che attraverso l’utilizzo delle cellule staminali, cellule capaci di differenziarsi nei diversi tipi cellulari, si propone di riparare organi o tessuti danneggiati da malattie, traumi o semplicemente da invecchiamento, e di restituire loro l’integrità strutturale e funzionale dell’organo sano.
La medicina rigenerativa è indicata nelle seguenti patologie:
• lesioni cartilaginee
• artrosi
• lesioni tendinee
• lesioni muscolari
La procedura dura dai 20 ai 30 minuti, viene svolta in un’unica seduta in ambulatorio chirurgico o in sala operatoria, e richiede un’anestesia locale nella zona del prelievo adiposo.